Il cadavere affiorato da un laghetto durante uno scandagliamento Casalbore. Trovato morto uomo scomparso Gli inquirenti non escludono nessuna pista. Disposta autopsia dal magistrato |
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giovedì, 23 settembre 2004 |
di Angelo Corvino |
Casalbore (AV) – La speranza è morta al crepuscolo. Il corpo di Antonio Ignelzi è stato ritrovato in un laghetto di proprietà dell’uomo, poco distante dall’abitazione dei famigliari. L’invaso d’acqua ad uso irriguo si trova in un fondo agricolo. La macabra scoperta è stata fatta dal cognato Roberto Corso e dal nipote. Il cognato era convinto che il corpo si trovasse nel laghetto. Ieri, il ritrovamento del berretto della vittima nei pressi dei pioppi adiacenti al lago, lo hanno indotto a fare ricerche più approfondite. Così Roberto Corso ed il nipote hanno costruito una sorta di attrezzo per scandagliare il lago costituito da un attrezzo agricolo a punta legato a delle funi. Mentre erano intenti nel lavoro di scandaglio hanno sentito un corpo rigido e poco dopo la salma di Antonio Ignelzi è affiorata dal lago. E così un luogo solitamente spensierato si è tinto di morte divenendo teatro di un giallo. Sul luogo immediatamente sono arrivati il maresciallo Vincenzo Vernucci e poco dopo il capitano Gianluca Piasentin. Il corpo nella notte è stato trasferito all’obitorio di Ariano Irpino dove il magistrato inquirente, il sostituto procuratore Daniela Tognon, ha disposto l’esame autoptico. Ancora non è chiaro, infatti, come Ignalzi sia finito nel lago. Si è buttato volontariamente; è caduto accidentalmente o è stato spinto? Questi gli interrogativi al vaglio delle autorità inquirenti. Diverse le piste seguite. Intanto emergono nuovi particolari sulle ultime ore in cui Antonio Ignelzi è stato visto vivo. Abitanti di Casalbore riferiscono che negli ultimi giorni aveva fatto richiesta di numerosi prestiti. A cosa servivano i soldi? E’ l’interrogativo che a questo punto si pongono gli inquirenti. Potevano servire ad arginare dei debiti. Se sì, contratti con chi?. Quindi potrebbe esserci la pista dell’usura. Potrebbe trattarsi di suicidio per non aver retto al peso dei debiti o delle minacce. Ma tutto è ancora aperto e non si esclude neanche la pista dell’omicidio passionale. Era praticamente di dominio pubblico, infatti, la relazione extraconiugale che Ignelzi aveva con un’altra donna di un paese vicino anch’essa sposata. Molti parlano dei regali, anche costosi, che Ignelzi faceva all’amante. E così nella vicenda potrebbero entrare anche terze persone. Infatti non è chiaro come Ignelzi sia arrivato al lago e come abbia perso il berretto. Intanto i famigliari dell’uomo sono distrutti dal dolore e non parlano. A nulla, purtroppo, sono serviti gli appelli della moglie. Il loro matrimonio era in crisi da tempo e la donna non ne fa mistero. Finora, però, Antonio non aveva mai manifestato l’intenzione di farla finita né in famiglia né con gli amici. Anzi, molti giurano che non era il tipo da fare un atto del genere. Allora cosa è successo nelle ultime ore di vita dell’uomo?. Potrebbero trovarsi lì molte risposte agli interrogativi degli inquirenti. Le risposte potrebbero trovarsi nei tabulati telefonici di Ignalzi ed anche di altre persone, sembra che si stia indagando anche in questa direzione. Gli inquirenti non escludono nulla. Intanto emergono ulteriori elementi sulla vita dell’uomo. Sembra che ultimamente avesse fatto da garante alla sorella per l’acquisto di una sala giochi. Ieri nelle ricerche sono state impegnate due unità del nucleo cinofilo dei Carabinieri di Napoli oltre che decine di militari. Impegnate anche unità della Protezione Civile e decine di volontari ma purtroppo tutto è stato vano, l’uomo è stato ritrovato senza vita. Il giallo, però, resta e potrebbe anche infittirsi. |