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Giovanni Di Stefano - la vittima

Il giovane è stato ritrovato vicino alla fontana del Palombaro

Giovanni Di Stefano stroncato da una overdose

Era in compagnia di altri ragazzi. Per lui non c'è stato nulla da fare

giovedì, 23 settembre 2004

   

dalla redazione

Montecalvo – L’eroina continua a mietere vittime. Questa volta è toccato a Giovanni Di Stefano, 35enne operaio di Montecalvo. L’uomo è stato ritrovato da un passante ieri mattina intorno alle 6.30 ai bordi di una fontana, in località Palombaro, riverso su se stesso. Sul luogo i Carbinieri della locale stazione. Il posto si trova poco fuori il paese, vicino alla sede dell’associazione Vita, immerso tra gli alberi. A poca distanza dal corpo del Di Stefano la sua autovettura: una Lancia Y di colore nero. Secondo gli inquirenti è stato l’epilogo di una notte passata tra Napoli e Montecalvo. Purtroppo pochi i dubbi sulle cause del decesso: quasi sicuramente è dovuto ad un’overdose da eroina. Il verdetto ufficiale arriverà solo dopo l’autopsia. Nell’auto è stato ritrovato un secondo ragazzo, D.L., che era praticamente in fin di vita ed è stato salvato dall’intervento provvidenziale di un medico di famiglia di Montecalvo. Il giovane è stato soccorso da un’ambulanza dell’associazione "Vita" e ricoverato all’ospedale Civile di Ariano Irpino dove si trova in prognosi riservata. Le sue condizioni non lasciano pensare ad un rischio di vita, comunque i sanitari lo hanno trattenuto sotto osservazione. Per Di Stefano, invece, non c’è stato nulla da fare: la dose è stata fatale. Secondo gli inquirenti non è perfettamente chiaro come siano andati i fatti. E’ possibile che nella vicenda siano coinvolte altre due o tre persone. Sempre secondo le autorità si è trattato di un’overdose dovuta alla ripetizione del "buco" a distanza ravvicinata: uno a Napoli nella notte e l’altro alle prime ore del giorno appena rientrati in paese. Al vaglio degli investigatori anche l’origine della partita di droga. Si ritiene che sia stata acquistata nella notte nel quartiere Secondigliano di Napoli. Comunque non si escludono anche altre piste locali. Si cercano le altre persone coinvolte nella vicenda. Sul luogo del ritrovamento si è recato il medico legale Oto Macchione che dal primo esame esterno non avrebbe dubbi sulle cause della morte che è avvenuta intorno alle 5 del mattino. La vittima viene descritta come un bravissimo ragazzo scampato alla morte per un male incurabile al cervello. Da circa un anno era tornato in paese dopo aver vissuto per circa 15 anni fuori tra la Svizzera e Bologna. L’uomo era sposato ed aveva una figlia di 13 anni che da qualche giorno era arrivata in paese per passare un po’ di tempo con il padre. La famiglia, infatti, vive a Bologna. Un dramma vero e proprio che ha lasciato la comunità con la bocca amara. Giovannino, così lo chiamavano affettuosamente gli amici, era un tipo socievole, giocava al calcio in terza categoria, e spesso era al bar con gli amici. Faccia sempre sorridente e disponibile al dialogo. In due parole un bravo ragazzo. Anche ieri sera era al bar a bere una birra con gli amici. Poi, intorno alla mezzanotte, è andato via come faceva quasi tutte le sere. Questa volta però, Giovannino, non tornerà a casa, una sostanza micidiale lo ha portato via per sempre, lo ha sottratto all’affetto degli amici e dei suoi cari. Con l’episodio di ieri torna prepotentemente d’attualità l’emergenza droga a Montecalvo. Esattamente un anno fa un altro ragazzo perse la vita per gli stessi motivi. E sono già in molti a ritenere che su questo tema i servizi sociali non siano abbastanza presenti. A Montecalvo il rischio è alto ma ancora non si parla di prevenzione nelle scuole e tra i ragazzi. Non si parla neanche di assistenza per chi è nel tunnel. In questo si registra la ritrosità delle famiglie colpite dal dramma droga che ne parlano poco, vedono la cosa come un’onta da nascondere. In questi casi, invece, parlare e fare qualcosa è importante, soprattutto quando serve a salvare delle giovani vite che possono essere a rischio imminente.

Il luogo del ritrovamento    

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